Oscar 2011

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Cory Turner
view post Posted on 1/3/2011, 22:21     +1   -1




Quest'anno la sera degli Oscar mi ha delusa molto. Ero così entusiasta che a condurre ci fossero Franco e Hathaway, due conduttori giovani. Invece è stato noioso: loro due apatici, niente presenza scenica, carisma e abilità nel coinvolgere il pubblico. Anne era bellissima ed è sempre molto solare, ma i suoi sorrisi non sono bastati specie per il fatto che aveva a fianco James Franco che non aiutava, sempre motlo teso e poco a suo agio. E poi questo risparmio sulle presentazioni di colonne sonore e canzoni mi ha fatta rimanere veramente allabilita: gli anni scorsi erano spettacoli favolosi. L'unico momento veramente simpatico nonchè emozionante è stata la presentazione delle candidate all'Oscar come migliore attrice non protagonista da parte di Kirk Duglas, che va per i 100 anni, vi ho detto tutto XD
Sui premi diciamo che non mi lamento più di tanto. Il fatto è che quest'anno non ho visto film veramente meritevoli della statuetta, ad ogni modo tra i candidati avrei preferito Inception a Il discorso del re. Sono molto felice dell'Oscar a Firth, c osì come quello alla Portman, anche se non ho visto il film ancora sono sicura che non mi deluderà. Sono felice che non abbia vinto Biutiful il premio al miglior film straniero e mi ha molto incuriosito il cortometraggio animato vincitore, penso di guardarmi presto tutti i corti candidati. Avrei voluto due statuette anche per Helena Bonham Carter e Geoffrey Rush, bravissimi ne Il discorso del re , ma non avendo ancora visto The fighter qui in Italia dovrò aspettare per un commento negativo a Bale o Leo.

Ed ecco qui qualche immagine della serata. Le uniche vestite bene secondo me erano Hilary Swank, Halle Berry e Reese Witherspoon

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I mille vestiti indossati da Anne Hathaway *-*

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.::LuKe::.
view post Posted on 1/3/2011, 22:33     +1   -1




Il problema non è stata la cerimonia ma i premi.
Gli Oscar diventano ogni anno più ridicoli e inutili rispetto ai veri premi di Cannes, di Venezia, del Sundance...è l'industria hollywoodiana che celebra il suo vecchiume.
Gli unici premi meritati quelli agli attori e quelli tecnici, tra sceneggiatura adattata fregata ai Coen e a Toy Story, quella originale data non ad Inception ma al Discorso del re, film riuscito e ben girato ma la cui sceneggiatura non brilla certo (e poi non è originale, è ispirata a un fatto storico, dannazione).
La fotograva la meritava Deakins per Il Grinta ma non sono certo scontento che sia andata al sempre ottimo Wally Pfister.
Scandalo la scenografia ad Alice in Wonderland, completamente CG (fatta male), mentre Inception la meritava anche solo per l'ospedale sulla montagna. I costumi posso anche accettarli...poi makeup a quella baracconata di Wolfman.
Al contrario di quanto speravo mesi fa, sarebbe stato meglio se a questo punto regia e film fossero andati a The Social Network, che almeno sarebbe stato un pò un film di rottura degli schemi non essendo la classica opera da Oscar...e posso pure accettare a malincuore il miglior film a Il discorso del re, ma la regia al finora regista televisivo Tom Hooper invece che al bravo e affermato Fincher, non capisco da dove diavolo sia uscita. Sono il primo a dire di non aver amato del tutto The Social Network, ma la regia era in stato di grazia (e Nolan neanche l'hanno candidato, quindi non c'era un rivale...).
 
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Cory Turner
view post Posted on 1/3/2011, 22:44     +1   -1




Purtroppo è vero, il grande problema è stata la regia. E la scenografia andava ad Inception... i costumi ad Alice meritatissimi *-*
 
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errybenny1993
view post Posted on 13/3/2011, 18:50     +1   -1




Inception ha pagato il fatto di essere stato accostato a Matrix, e il fatto di non essere stato adeguatamente pubblicizzato negli anni passati, dato che è in lavorazione da parecchi anni (Cameron ha fatto questo con Avatar, lo ha pubblicizzato, e ha vinto 3 Oscar comunque, gran cosa per un film "senza motivo" XD). Per il resto, mi è piaciuto tantissimo Il Discorso del Re, e sono contento dell'Oscar (anche se quest'anno sarei rimasto contento qualunque film fosse stato premio, anche se non ho visto Il Cigno Nero). Ciò detto, secondo me si parla troppo di quale premio sia migliore, del fatto che gli Americani tutelino i propri film agli Oscar (comunque considerati il premio più importante nel mondo del cinema) eccetera, senza pensare al vero motivo per cui questa arte sia morta: non si cerca più di creare coscienza negli spettatori, non li si invoglia. Gente come Welles, Griffith, Kubrick & co è stata capace di far vedere al mondo cosa c'era che non andava, e ne hanno scaturito un dibattito ancora aperto, sebbene non siano riusciti a cambiare le cose, perchè il mondo all'epoca non era pronto. Adesso dovremmo esserlo (anche se sono molto scettico sull'evoluzione mentale, e sostengo la teoria dell'involuzione generazionale), però forse c'è un minimo di speranza di ricominciare da capo. Il mondo non ci permette di parlare, ne di farci vedere i suoi meravigliosi colori (ogni giorno morti e tragedie sono fatti primari, che palle!), e allora via con un film muto in bianco e nero; in caso di successo, avremmo riacquistato la parola e quindi via con un film sonoro in bianco e nero. Insomma, punto e a capo. Per permettere a chi non ci arriva, non vuole arrivarci, quanto il cinema, come la musica, sia in grado di arrivare alle coscienze della gente e cambiare il mondo insieme a tutti. A quel punto non importerebbe un Oscar o una Palma d'Oro, che diventerebbero glorie personali e mezzi di fama mondiale (che potrebbero aiutare il regista in questione, o l'attore in questione), ma piuttosto si sarebbe riusciti a fare ciò per cui l'intelletto umano ha saputo fare di meglio: adattare le sue stesse invenzioni a scopo propedeutico-utilitario, e trasmetterle al mondo intero. E' forse per questo scenario che The King's Speech ha vinto l'Oscar, perchè parla di un uomo che ha dovuto affrontare la balbuzie (il mondo e il suo peso ormai insostenibile) per parlare alla gente, anima e cuore di ogni rivoluzione, anche "interiore" per usare un termine hegeliano, il tutto condito dall'atmosfera storica di un fatto realmente accaduto. Hooper ha fatto quello che i grandi cineasti fecero a loro tempo, tutto qua. Ma sicuramente non gli faranno fare tanta strada.
 
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Cory Turner
view post Posted on 14/3/2011, 00:59     +1   -1




E' una riflessione interessante e ti ringrazio per averne parlato. Per come la vedo io, parlare di morte del cinema è esagerato. Innanzitutto perchè non credo che l'arte cinematografica debba necessariamente essere legata a un dibattito sociale: Cantando sotto la pioggia, Vacanze Romane, Psycho, Guerre Stellari sono capolavori della storia del cinema, ma non svolgono quella determinata funzione. I film citati come esempio e tanti altri ancora vogliono intrattenere, far provare delle emozioni forti allo spettatore (che siano lacrime, risa, stupore, ansia) e sperimentare, reinventare l'arte cinematografica con trovate, tecniche tutte nuove. Di questi registi e questi film ne abbiamo anche oggi: basti pensare a Tarantino, Burton, Luhrmann, Il signore degli anelli di Peter Jackson. Ma anche di registi che vogliono far interrogare lo spettatore e creare un dibattito ci sono. Uno su tutti Eastwood. Ma mi vengono in mente diversi titoli come Ogni cosa è illuminata, Wall-e, Precious. Il vero problema, com accenni tu, è che spesso film di questo tipo vengono lasciati nell'ombra e non è giusto. Come, però, non sarebbe giusto portare un film alla ribalta solo per il tema: la forma cinematografica è ugualmente importante, deve essere un film ben realizzato!

Il discorso del re mi è piaciuto molto, ma non credo che Hooper possa essere accostato ai grandi registi che vogliono crerae una riflessione e un dibattito sociale: la storia e il personaggio del re Giorgio VI è molto bella e toccante, ma si esaurisce in se stessa.
 
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.::LuKe::.
view post Posted on 14/3/2011, 10:40     +1   -1




CITAZIONE (Cory Turner @ 14/3/2011, 00:59) 
E' una riflessione interessante e ti ringrazio per averne parlato. Per come la vedo io, parlare di morte del cinema è esagerato. Innanzitutto perchè non credo che l'arte cinematografica debba necessariamente essere legata a un dibattito sociale: Cantando sotto la pioggia, Vacanze Romane, Psycho, Guerre Stellari sono capolavori della storia del cinema, ma non svolgono quella determinata funzione. I film citati come esempio e tanti altri ancora vogliono intrattenere, far provare delle emozioni forti allo spettatore (che siano lacrime, risa, stupore, ansia) e sperimentare, reinventare l'arte cinematografica con trovate, tecniche tutte nuove. Di questi registi e questi film ne abbiamo anche oggi: basti pensare a Tarantino, Burton, Luhrmann, Il signore degli anelli di Peter Jackson. Ma anche di registi che vogliono far interrogare lo spettatore e creare un dibattito ci sono. Uno su tutti Eastwood. Ma mi vengono in mente diversi titoli come Ogni cosa è illuminata, Wall-e, Precious. Il vero problema, com accenni tu, è che spesso film di questo tipo vengono lasciati nell'ombra e non è giusto. Come, però, non sarebbe giusto portare un film alla ribalta solo per il tema: la forma cinematografica è ugualmente importante, deve essere un film ben realizzato!

Il discorso del re mi è piaciuto molto, ma non credo che Hooper possa essere accostato ai grandi registi che vogliono crerae una riflessione e un dibattito sociale: la storia e il personaggio del re Giorgio VI è molto bella e toccante, ma si esaurisce in se stessa.

Quoto tutto. Anche se non credo che i registi che hai citato siano solo degli innovatori tecnici. Tarantino nei suoi film riesce a fondere i generi e a discorrere metalinguisticamente sul significato del cinema come pochi sanno fare, Burton sa(peva) riportare sullo schermo gli incubi della sua infanzia e inoltre riesce a descrivere perfettamente i diversi e i discriminati, Luhrmann tenta di riportare la teatralità al cinema, Jackson crea l'adattamento perfetto ecc. ecc.: anche questi tentano di riportare un dibattito e far pensare, non solo Eastwood. Spike Lee, i Coen...
E poi dai, in che senso Cantando sotto la pioggia e Psycho non fanno pensare? Il primo rispecchia perfettamente il passaggio del muto al sonoro e riflette sul mezzo, il secondo è un'acuta analisi della follia. Non ho mai amato la divisione fra "film che fanno riflettere" e "film che intrattengono", se un film è riuscito riesce a fare tutte e due.

Invece torniamo al discorso...
Come sostiene il mio professore di estetica "per fare un film rivoluzionario non bisogna parlare di operai, ma tentare di cambiare l'estetica del mezzo cinematografico".
E poi siamo pieni di giovani registi capaci e molto promettenti, basti pensare a Paul Thomas Anderson, Aronofsky, Wes Anderson, Solondz, Araki, la Granik; accanto ai grandi come Scorsese, Coppola, Spielberg, Polanski, che non sono più ai loro livelli ma continuano comunque ad arricchire l'arte. Credo che il cinema non sia assolutamente in declino.
Così come da sempre si girano capolavori, da sempre si girano film commerciali che riscuotono molto successo e che vengono dimenticati dopo poco mentre i capolavori restano.
A sentire spesso molti, sembra che i soldi ad Hollywood siano arrivati solo adesso...
Che poi gli Oscar non riescano a riconoscere il cinema con la C maiuscola è un altro discorso, non sono certo i film che vincono ad essere ricordati.
Kubrick ed Hitchcock non vinsero mai niente, Taxi Driver fu battuto da Rocky e via dicendo. Anche andando agli anni più recenti, vorrei sapere quanti si ricordano Brokeback Mountain e quanti quello schifo di Crash.
 
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Cory Turner
view post Posted on 14/3/2011, 12:39     +1   -1




CITAZIONE (.::LuKe::. @ 14/3/2011, 10:40) 
Quoto tutto. Anche se non credo che i registi che hai citato siano solo degli innovatori tecnici. Tarantino nei suoi film riesce a fondere i generi e a discorrere metalinguisticamente sul significato del cinema come pochi sanno fare, Burton sa(peva) riportare sullo schermo gli incubi della sua infanzia e inoltre riesce a descrivere perfettamente i diversi e i discriminati, Luhrmann tenta di riportare la teatralità al cinema, Jackson crea l'adattamento perfetto ecc. ecc.: anche questi tentano di riportare un dibattito e far pensare, non solo Eastwood. Spike Lee, i Coen...
E poi dai, in che senso Cantando sotto la pioggia e Psycho non fanno pensare? Il primo rispecchia perfettamente il passaggio del muto al sonoro e riflette sul mezzo, il secondo è un'acuta analisi della follia. Non ho mai amato la divisione fra "film che fanno riflettere" e "film che intrattengono", se un film è riuscito riesce a fare tutte e due.

Anche io odio la distinsione ;) Ho fatto degli esempi solo per rispondere meglio a errybenny. Certo che Psycho è un'analisi acuta della follia. E' un film geniale, con un gran peso nella storia del cinema. Quello che intendevo dire è solamente che, mentre un'analisi della follia come quella di Apocalypse now vuole anche portare a una discussione politica (che è quello che errybenny da quanto ho capito si aspetta da un film e vuole che tornino ad essere considerate pellicole di questo tipo), a Hitchcock della politica non gliene frega niente XD Lui si interroga sull'uomo, i moventi dei suoi film sono legati ai sentimenti umani, si resta nell'ambito personale. E non per questo Psycho ha qualcosa di meno di Apocalypse now, questo era il senso del mio discorso =)
 
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errybenny1993
view post Posted on 14/3/2011, 19:54     +1   -1




Aldilà delle vostre geniali riflessioni (che ritengo di maggiore peso perchè denotano una cultura ad ogni modo superiore alla mia), il punto che mettevo in luce non è quali film o registi abbiano fatto storia con i grandi capolavori, ma quanta coscienza abbiano creato nella gente. Avete citato registi bravissimi, nomi nell'Olimpo degli Dei del cinema, con altrettanti film "storici", ma tutti questi, che non sono "capolavori del digitale" sono presenti nei vostri discorsi, nei nostri, quelli di gente appassionata e (nel vostro caso) acculturatissima e capace di assumere atteggiamento critico. Quante persone pensano di poter usare il cinema o la musica per cambiare il mondo, per cercare di creare coscienza anche laddove sembra difficilissimo? Nessuna, o quasi. I film d'intrattenimento citati da Cory sono sicuramente incisioni della storia del cinema, che molte persone non scorderanno mai. Pensate davvero che adesso ci siano film che la gente scorderà mai (Avatar taluni lo hanno già messo nel cassetto...)? Il problema che muovo è questo: bravi che siano, o con i loro film, in qualunque modo, il cinema odierno riesce a creare quanto meno quella coscienza che riusciva a creare fino a qualche anno fa (sebbene improduttivo, ma la logica economico-animale dell'essere umano è ovviamente e istintivamente superiore all'arte)? Anche l'intrattenimento di qualche anno fa (anche parecchi anni fa) ha dato figure prototitpo, dall'incantevole Hepburn a Indovina chi viene a cena (che pure contiene riflessioni non da poco), o Nosferatu, di Murnau, o ancora Pulp Fiction, con l'epocale Ezechiele. Nemmeno l'intrattenimento riesce più a creare dei nuovi miti. E anche in Avatar c'era qualche frasetta ad effetto che ovviamente nessuno ha colto (del popolo non appassionato intendo). Questo era il senso della mia riflessione.
 
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22 replies since 2/1/2011, 02:05   319 views
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