Mostra di Venezia 2011, 68esima edizione 31/08-10/09

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Cory Turner
view post Posted on 29/6/2011, 17:43     +1   -1




La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è organizzata dalla Biennale di Venezia. L'edizione n. 68 si svolgerà al Lido di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre 2011.

Sarà il regista, produttore e sceneggiatore statunitense Darren Aronofsky (autore del film d’apertura della 67 Mostra, Black Swan, e Leone d’oro 2008 per The Wrestler) - figura chiave del cinema contemporaneo, la cui opera è in continuo dialogo con evoluzione e mutazioni dei diversi linguaggi artistici - la personalità chiamata a presiedere la Giuria Internazionale del Concorso della 68. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto-10 settembre 2011), che assegnerà il Leone d’oro e gli altri riconoscimenti ufficiali.

E’ stato attribuito al regista italiano Marco Bellocchio – una delle personalità più influenti del cinema italiano degli ultimi decenni e uno tra i maggiori autori del cinema contemporaneo – il Leone d’oro alla carriera della 68. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto - 10 settembre 2011).
Ad Al Pacino, invece il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker2011 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, realizzato in collaborazione con Jaeger-LeCoultre.

The Ides of March, l'atteso film scritto e diretto da George Clooney, è il film di apertura - in Concorso - della 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.


FONTE con gli articoli completi
 
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Cory Turner
view post Posted on 2/9/2011, 12:09     +1   -1




Carnage, il nuovo film di Roman Polansky con Christoph Waltz e Kate Winslet è stato accolto dagli applausi. Ed ecco un'intervista ai due attori

CITAZIONE
Roman Polanski era ovviamente il Grande Assente, quasi inutile precisarlo. È spettato dunque al suo cast (quasi) al completo presenziare alla conferenza stampa di Carnage (leggi la recensione), dramma da camera in cui spicca un cast di “mostri di bravura”: tre premi Oscar come Kate Winslet, Jodie Foster e Christoph Waltz e uno dei comedian più amati d’America, John C. Reilly, non nuovo a ruoli più impegnativi (Magnolia, The Hours e La sottile linea rossa vi dicono qualcosa?). In contumacia Polanski e vista anche l’assenza della Foster, è toccato alla Winslet, la più “esperta” del gruppo, fare da maestra di cerimonia nei confronti dei cronisti, mentre Reilly è rimasto un po’ defilato e Christoph Waltz ha regalato perle del suo umorismo sarcastico, che ricorda (molto) da vicino quello dei suoi stessi personaggi.

Come avete reagito alla chiamata di Polanski?
Kate Winslet: Ovviamente quando chiama Polanski nessuno dice di no. Da una parte sei sicuro del risultato perché sai che andrai a lavorare con un regista estremamente capace e quindi questo ti fa sentire estremamente sicuro, dall’altra sei terribilmente eccitato e nervoso. Avevo visto la piéce a teatro ed è incredibilmente uguale al film. Sono molto onorata di essere qui.
John C. Reilly: Carnage è una storia preziosa con una visione molto ampia dei sentimenti umani.
Christoph Waltz: Ovviamente se ti chiama Polanski sei eccitato. Quando sai che è per Carnage sei doppiamente eccitato, ma poi la cosa bella è che arrivi lì e incomincia davvero l’avventura, perché stai per sei settimane chiuso in un appartamento…

Com’è stato girare la scena del vomito?
KW: È stato assolutamente divertente farla, al punto che ci trattenevamo dal ridere. Non potevo certo tenere del vomito vero nella mia bocca: nessun essere umano ci riuscirebbe. Diciamo che tramite la CGI quella scena è stata ricreata in modo realistico. Ho consigliato io che il vomito fosse di una consistenza mediamente tra il liquido e l’appiccicoso, in modo che mi rimanesse attaccato alle unghie.

Siete tutti grandissimi attori. Potete parlarci del metodo che avete applicato per un film che ha un ritmo così teatrale?
CW: Non perdo tempo con il metodo. Io penso al lavoro.

Di che marca era il whisky che avete bevuto e che a un certo punto fa sì che vi sciogliate parecchio?
JCR: Un whisky scozzese molto buono. Finto. Ovviamente…
CW: Io non bevo.

Come si lavora in spazi così stretti?
KW: Lavorare in una sola stanza per sei settimane non è semplice. Devi lavorare tantissimo sulle prove, fare uno scambio di idee costante. Calibrarti sull’altro. Quando arrivi là ti comporti esattamente come a teatro…
CW: È un modo microscopico di lavorare che mi è piaciuto molto.

FONTE: Best Movie

Invece W.E., il film di Madonna che racconta la più popolare delle storie d’amore, quella tra la divorziata Wallis Simpson ed Edoardo VIII che lasciò per lei nel 1936 il trono britannico, non è stato accolto positivamente.

Oggi invece giornata 'bollente' per il duo Cassel-Bellucci: il primo in A Dangerous Method e la seconda nel film di Garrel. Ma il nudo di Monica si rivela piuttosto casto. In cartellone anche Scialla! e le inquietudini di 'El Campo'.

Qualche foto di questi primi 3 giorni

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Cory Turner
view post Posted on 2/9/2011, 23:34     +1   -1




CITAZIONE
Sala stampa affollatissima questa mattina per la conferenza di A Dangerous Method, "non ho mai visto tanta gente," ha commentato la moderatrice. Presenti, oltre al regista David Cronenberg (il più applaudito, quando è arrivato), anche Sara Gadon, il produttore Jeremy Thomas, Viggo Mortensen, Vincent Cassel, Michael Fassbender e una raggiante Keira Knightley.

La conferenza stampa che è seguita si è rivelata piuttosto interessante (più della media, per lo meno):




Come vi siete comportati riguardo al materiale originale (le lettere, i fatti storici, il libro di John Kerr ma soprattutto la piece teatrale di Christopher Hampton, sceneggiatore del film, ndr)?
Knightley: Per quanto riguarda la ricerca, quando ho saputo che avrei interpretato questo personaggio ho chiesto aiuto allo sceneggiatore Christopher Hampton: lui mi ha sommerso di materiale, tra lettere e documentazione, grazie al quale sono riuscita a calarmi in un ruolo così difficile.
Cronenberg: Mi piacerebbe molto se la famiglia Jung fosse così gentile da pubblicare le altre lettere della Spielrein, vorrei davvero vedere le lettere che non sono ancora state rese pubbliche. Ma c'è già moltissimo materiale nelle lettere rese pubbliche, bisogna tenere presente che in quel periodo a vienna si consegnava la posta otto volte al giorno, si poteva mandare una lettera alla mattina e ricevere la risposta nel pomeriggio. Ci sono moltissime lettere tra i personaggi, con loro che si citano a vicenda: è un sacco di materiale a disposizione, la sceneggiatura è precisissima a riguardo e ricostruisce quella che penso sia stata la realtà proprio perché si basa su questo materiale originale.
Fassbender: Christopher ha scritto una sceneggiatura estremamente precisa, che cerca di tirare fuori una versione "concentrata" di questi personaggi storici (tranne lei, che non è molto famosa). Per noi il copione era come una partitura, è per questo che abbiamo dovuto fare così tante prove. Per quanto mi riguarda, ho trovato un mucchio di informazioni su Jung su un bigino per ragazzi!



Keira, quanto è difficile per una attrice interpretare una pazza?
Knightley: Essendo una attrice sono già pazza, quindi non è stato così difficile! Anzi, mi sono divertita.

Com'è stato per voi recitare il ruolo di personaggi così leggendari?
Mortensen: Per noi prima di tutto c'è stata la piece teatrale: il film si basa principalmente su quello. Quando si interpreta un personaggio storico che la gente pensa di conoscere già, personalità come Jung o Freud, l'importante è non pensarci perchè non si riuscirebbe a lavorare bene, non ci si riuscirebbe a divertire. Un aspetto chiave è stato il fatto che Cronenberg conoscesse così bene la materia: molti altri registi sarebbero rimasti intrappolati nella necessità di dover riprodurre quei personaggi, mentre David si è focalizzato soprattutto sul rapporto tra queste persone, i loro difetti, l'umorismo anche non intenzionale dato dalle loro divergenze di idee. Molti di voi si saranno anche divertiti: non si tratta infatti di un documentario, ma di una fiction, a volte diverte e a volte è trafedia. Non tratta solo la questione accademica: David ci ha fatto interpretare delle persone le cui divergenze erano più sulla carta che nella realtà. Il campo freudiano ha elementi condivisibili così come quello jungiano. Nel film capiamo che le loro posizioni intellettuali erano simili: dietro a tutto c'era l'orgoglio, o altri elementi che venivano a galla. Si comportavano anche in maniera infantile, come tanti loro pazienti. Può sembrare strano, ma ci siamo divertiti a girare un film su Freud!
Fassbender: A dire il vero io ero terrorizzato!

Da Spider a oggi il suo modo di fare cinema è cambiato. Cosa può dirci di questa evoluzione?
Cronenberg: Intanto vorrei specificare che si tratta della 68esima edizione del festival e che io ho 68 anni. Inoltre il film di apertura era Le Idi di Marzo, il mio compleanno! Alla mia età, dopo aver fatto così tanti film - anche se non quanti Woody Allen! - la mia comprensione del cinema è cambiata. Per esempio una volta riprendevo molto, oggi giro meno pellicola e faccio montaggi più veloci, all'inizio esploravo il linguaggio cinematografico. Ma ho un principio base: è il film a dirti di cosa ha bisogno, e io gli dò questo. La gente mi chiede se trasformerò il mio prossimo film in un film cronenberghiano, ma onestamente non ho mai fatto questo: una volta scritta la sceneggiatura di un film come Dangerous Method, a me non resta che rimanervi aderente e lavorare in funzione di esso.



Viggo, cos'è la mascotte che hai lì davanti? (l'attore ha un pupazzetto davanti al microfono, vedi foto)
Mortensen: Me l'ha dato un fan qui fuori, è una mascotte della squadra argentina di San Lorenzo. Possiamo fare della terapia attraverso di lui se volete, parlerò attraverso di lui! [ride]

E' uno dei suoi primi film in costume ambientato molti anni fa. Lei è sempre stato molto bravo a creare universi e mondi visivi innovativi anche relativi al futuro: com'è lavorare su qualcosa di totalmente passato?
Cronenberg: Per me non è proprio una novità, non si tratta di qualcosa di insolito: si fa molta ricerca per le location, i costumi di scena... è una sfida, è un aspetto molto bello e appassionante della produzione. Non si può infilare semplicemente della gente nei costumi di scena, c'è qualcosa di più magico da catturare e non è facile capire se ci si è riusciti o meno. Alcuni attori, come Keira, sono in grado di farlo, ma altri non riescono a trascinarsi nel passato. Attori come Keira riescono a trasformarsi e adottare questa mentalità, che è la mentalità di un'altra era. Era un periodo molto diverso, il cervello è cambiato profondamente da allora, secondo me, a causa delle tecnologie. Sarebbe molto difficile fare un film su Alessandro Magno, perché secondo me gli antichi sono dei veri alieni rispetto a noi: pensavano in maniera diversa, erano umani diversi. 150 anni di storia rimangono una sfida: i loro sistemi nervosi erano molto diversi...



Qual è il vostro atteggiamento nei confronti della psicanalisi? La considerate una scienza?
Cronenberg: direi che il nostro cast ne ha bisogno! Io li ho ingaggiati perché volevo introdurli dolcemente all'idea che hanno seriamente bisogno d'aiuto! Sono persone migliori adesso, prima erano nella confusione più totale...
Mortensen: ora siamo in grado di vestirci da soli!
Cronenberg: in realtà è una questione enorme, ma ancora una volta ripeto: è importante fare ricerche. All'epoca in cui è ambientato questo film c'era un concetto diffuso dei progressi dell'uomo a livello tecnologico e culturale, c'era una interpretazione positiva di questo percorso, tipicamente mitteleuropea: si era convinti che l'uomo stesse passando da animale ad angelo. Freud ha rivelato che non era vero, che si trattava della superficie, e che sotto questa superficie ci sono cose che la razionalità non riesce a risolvere. L'inconscio irrompe in maniera disastrosa: era la vigilia della prima guerra mondiale, che ha finito per infrangere questo sogno europeo. Chi credeva in quest'ordine globale non accettava le teorie di Freud. Ora la psicologia si è evoluta, un mio amico mi ha spiegato che negli ultimi anni le teorie di Freud sono diventate molto attuali.

Il film è stato accolto davvero bene, a differenza di quello della Bellucci. A breve qualche foto =)
 
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Will Turner
view post Posted on 3/9/2011, 10:58     +1   -1




quanta bella gente quest'anno...
 
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Cory Turner
view post Posted on 3/9/2011, 16:04     +1   -1




fuuuuuuuuck ç_ç

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Cory Turner
view post Posted on 7/9/2011, 20:19     +1   -1




Con la presentazione del thriller La talpa sono sbarcati al Lido grandi interpreti del cinema britannico: dai veterani John Hurt, Gary Oldman e Colin Firth (nella foto con la moglie italiana Livia Giuggioli) ai giovani Mark Strong e Benedict Cumberbatch. Per il cinema indipendente americano hanno fatto capolino sul red carpet la prorompente (e neomamma) Selma Blair e l’attore televisivo Jordan Gelber, protagonisti del nuovo film di Todd Solondz Dark Horse.

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Cory Turner
view post Posted on 15/9/2011, 19:43     +1   -1




Di seguito l’elenco di tutti i premi del 68. Festival di Venezia


Leone d’Oro: Faust – Aleksandr Sokurov
Leone d’Argento (regia): Cai Shangjun per People Mountain People Sea
Premio Speciale della Giuria: Terraferma di Emanuele Crialese
Coppa Volpi (femminile): Deanie Yip per A Simple Life
Coppa Volpi (maschile): Michael Fassbender per Shame
Premio Mastroianni (rivelazione): Shôta Sometani e Fumi Nikaidô per Himizu di Sion Sono
Premio Osella (sceneggiatura): Yorgos Lanthimos e Efthimis Filippou per Alps
Premio Osella (fotografia): Robbie Ryan per Wuthering Heights di Andrea Arnold
Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”: Là-Bas – Guido Lombardi
Premio Orizzonti: Kotoko – Shinya Tsukamoto
Premio speciale della giuria (Orizzonti): Whore’s Glory – Michael Glawogger
Premio Orizzonti Cortometraggio: In attesa dell’avvento – Felice D’Agostino, Arturo Lavorato
Premio Orizzonti Mediometraggio: Accidentes Gloriosos – Mauro Andrizzi, Marcus Lindeen
Premio Controcampo italiano: Scialla! – Francesco Bruni
 
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6 replies since 29/6/2011, 17:43   237 views
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